Cervello e neuropsicologia dopo
infezioni lievi da SARS-CoV-2
ROBERTO
COLONNA
NOTE E NOTIZIE - Anno XX – 03 giugno
2023.
Testi
pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di
Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie
o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione
“note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati
fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui
argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: RECENSIONE]
Il numero di persone che guariscono da una sindrome
respiratoria acuta da SARS-CoV-2 è in continua crescita e, per questo motivo,
le sequele croniche dei danni causati ai vari organi e sedi esterne all’apparato
respiratorio, incluso il sistema nervoso centrale (SNC), stanno attraendo
sempre più l’attenzione di patologi e clinici. La malattia causata da SARS-CoV-2,
COVID-19 (coronavirus disease 2019), può interessare in modo rilevante
il SNC e, a parte i casi fatali in cui la propagazione ai centri respiratori
bulbo-pontini aggrava e precipita la fisiopatologia respiratoria, si possono
avere gradi e forme di interessamento neurologico, talvolta segnalati clinicamente
solo dalla presenza di cefalea, astenia, deficit di memoria e disturbi dell’attenzione,
ma che negli esami post-mortem hanno rivelato neuroinfiammazione,
demielinizzazione, rottura assonica e danno vascolare (micro e macro) cerebrale.
La massima parte delle nozioni acquisite sui danni del virus al SNC riguarda
casi gravi, non disponiamo invece di dati precisi, come quelli neuropatologici,
relativi ai casi lievi e moderati. Per questo, uno studio di Marvin Petersen e
colleghi che ha analizzato questo grado clinico di COVID-19, risulta del massimo
interesse.
Lo studio oggetto di questa recensione, si vuole
subito precisare, è stato condotto su pazienti non vaccinati.
(Petersen
M. et al., Brain imaging and neuropsychological assessment of
individuals recovered from a mild to moderate SARS-CoV-2 infection. Proceedings of the National Academy of Sciences USA – Epub ahead of print doi: 10.1073/pnas.2217232120, 2023).
La provenienza degli autori è la seguente: Department of Neurology, University Medical Center
Hamburg-Eppendorf, Hamburg (Germania); Department of Cardiology, University
Heart and Vascular Center, Hamburg (Germania); Department of Psychiatry and
Psychotherapy, University Medical Center Hamburg-Eppendorf, Hamburg (Germania);
Department of Neuroradiology, University Medical Center Hamburg-Eppendorf,
Hamburg (Germania); Department of Psychiatry, Brigham and Women’s Hospital,
Harvard Medical School, Boston, MA (USA); Institute of Neuropathology, University
Center Hamburg-Eppendorf, Hamburg (Germania); Department of Radiology, Brigham
and Women’s Hospital, Harvard Medical School, Boston, MA (USA).
Il lavoro di Petersen e colleghi è costituito da uno
studio caso-controllo in cui si rileva che persone non sottoposte a
vaccinazione contro SARS-CoV-2 e guarite da una forma di entità lieve o media di
SARS presentano alterazioni significative della sostanza bianca, identificate
mediante DWI (diffusion weighted imaging), quali incremento globale dell’acqua
libera extracellulare e diffusività principale. In questo campione, nonostante
le alterazioni della struttura mielinica, non si rilevavano reali difetti di
prestazione nelle funzioni cognitive entro il primo anno dopo il recupero. I
segni di una prolungata risposta neuroinfiammatoria all’infezione virale
iniziale sono apparsi evidenti.
Gli autori dello studio sono stati mossi dalla
consapevolezza che l’indagine sulle alterazioni della struttura cerebrale
associate a sequele neuropsicologiche potrà essere di grande utilità per migliorare
gli interventi terapeutici e riabilitativi. A questo scopo hanno posto in
essere una valutazione neuropsicologica e mediante neuroimmagini estesa e
comprensiva di 223 soggetti non vaccinati e guariti da forme lievi o medie di
infezioni da SARS-CoV-2: 100 di sesso femminile, 123 di sesso maschile di età
55.54 ± 7.07, ossia da 48 a 62 anni, in comparazione con 223 soggetti di
controllo (93 donne, 130 uomini di età corrispondente) partecipanti all’Hamburg
City Health Study.
I rilievi sono stati effettuati mediante misure
avanzate della diffusione di MRI della microstruttura della sostanza bianca, dello
spessore corticale, del carico di iperintensità della sostanza bianca e poi
rapportati ai punteggi ai test neuropsicologici.
Fra tutti gli 11 marker MRI testati, differenze
significative sono state trovate nelle misure globali della diffusività media (MD)
e dell’H2O libera extracellulare, che erano elevate nella sostanza
bianca dei volontari guariti da COVID-19, rispetto ai partecipanti al gruppo di
controllo.
I risultati dei test neuropsicologici non
differivano in modo significativo tra i due gruppi. Presi insieme, i risultati ottenuti
in questo studio suggeriscono che piccoli cambiamenti nel contenuto idrico extracellulare
della mielina cerebrale permangono dopo il termine dell’infezione virale acuta.
Nel campione esaminato, costituito da guariti da forme lievi e medie, non si
sono rilevati cambiamenti significativi della struttura della corteccia
cerebrale, lesioni vascolari rilevanti o deficit neuropsicologici, a vari mesi
di distanza dalla guarigione clinica.
In attesa di verifiche su altri campioni, anche più
numerosi, e di monitoraggi longitudinali protratti, i risultati ottenuti da
Marvin Petersen e colleghi indicano il permanere di alterazioni della sostanza
bianca a distanza dalla completa eliminazione del virus, senza però che tali
alterazioni incidano sulle prestazioni cognitive.
L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e
invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del
sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).
Roberto Colonna
BM&L-03 giugno 2023
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